L’ospedale a domicilio si prende cura anche dei famigliari dei malati
Le Molinette di Torino premiate per le attività di formazione e supporto a quanti assistono i pazienti colpiti da demenza
L’OBIETTIVO
L’ospedalizzazione a domicilio rappresenta un’alternativa al ricovero ospedaliero tradizionale e consente l’effettuazione al domicilio del paziente dei principali interventi diagnostici e terapeutici normalmente fruibili in ospedale. Lo scopo principale del progetto è quello di ridurre lo stress del paziente e di quanti tra i loro cari li assistono a casa: prevede l’arruolamento allo studio dei pazienti e dei familiari che prestano il loro consenso alla partecipazione, offrendo incontri di supporto e orientamento a cadenza bisettimanale nella prima settimana ed a cadenza variabile nelle settimane successive. Si tratta di informare, produrre cooperazione, modificare comportamenti, sostenere, fornire educazione terapeutica al paziente ed ai familiari con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di competenze per far fronte ad una situazione di stress che, se non gestita, mina non solo il malato ma il contesto circostante.
IL RICONOSCIMENTO
Il Servizio di Ospedalizzazione a domicilio dell’ospedale Molinette di Torino si è aggiudicato il Premio Nazionale Tiziano Terzani per l’umanizzazione della Medicina: domani,8 Aprile 2016, l’assegnazione, presso il Teatro Politeama Boglione in Bra. L’evento è stato organizzato dalla Scuola di Umanizzazione della Medicina Onlus.
IL PROGETTO
Il titolo del Progetto vincitore - condotto da Renata Marinello e Manuela Rebellato del Servizio di Ospedalizzazione a domicilio della Geriatria e Malattie metaboliche dell’osso universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Giancarlo Isaia) - è «La “cura” del caregiver nella gestione del paziente anziano affetto da demenza». La demenza, definita epidemia silente del terzo millennio, rappresenta infatti una delle maggiori sfide per l’attuale sistema socio-sanitario, inadeguato a gestire una patologia così devastante non solo per chi ne è direttamente colpito, ma anche per chi è chiamato a farsene carico sul piano dell’assistenza.