Avrà luogo VENERDI’ 23 ottobre 2015 (Ore 8,30 - 18,00) a TORINO (Corso Bramante, 88) presso la Sala A.M. Dogliotti “Molinette incontra” il convegno "ANZIANI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI E/O CON DEMENZA .Il diritto alle cure e la riorganizzazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie intra ed extra ospedaliere"
Il convegno si propone di evidenziare le esigenze, indifferibili, di cure sanitarie e socio-sanitarie dei malati anziani non autosufficienti. Si tratta di malati con una situazione di salute talmente compromessa da aver portato alla non autosufficienza e per questo hanno bisogno di cure che non possono assolutamente essere rinviate, ma devono essere assicurate in tempo reale. Ricordiamo che la persona anziana malata cronica non autosufficiente o colpita da demenza senile ha spesso più patologie. Oltre alla diagnosi immediata (come avviene per tutti gli altri malati), occorre che subito vengano individuate le terapie in primo luogo quelle per lenire o ridurre il dolore, nonché le altre prestazioni socio-sanitarie altrettanto fondamentali per la sua sopravvivenza. Non siamo in presenza di “nonni a cui fare compagnia o che hanno solo bisogno di qualcuno che prepari i pasti perché non sanno cucinare”, ma di persone con bisogni che non possono essere rinviati nel tempo: sono malati che devono essere seguiti 24 ore su 24 perché, sovente, sono doppiamente incontinenti, spesso con catetere, da mobilizzare e/o imboccare, da seguire nell’assunzione delle terapie e che vanno costantemente monitorati sul piano sanitario. Considerare tutti questi aspetti è assolutamente fondamentale per un corretto approccio al malato anziano non autosufficiente che, come vedremo dall’intervento giuridico, lo Stato ha inteso tutelare non solo attraverso il diritto a ricevere le cure del Servizio sanitario nazionale in ospedale e nelle strutture sanitarie convenzionate di riabilitazione e lungodegenza, ma altresì assicurando i Livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie: cure domiciliari, centri diurni, ricoveri in Rsa. Le esigenze particolari di cure mediche e infermieristiche, nonché le prestazioni di aiuto infermieristico e di assistenza tutelare alla persona richiedono pertanto una presa in carico tempestiva dell’anziano malato non autosufficiente. Già in ospedale si dovrebbe attivare il percorso di continuità terapeutica per indirizzare il paziente nei luoghi di cura più appropriati, con priorità al rientro al suo domicilio, ogni volta che ciò è praticabile a seguito della volontaria disponibilità dei familiari e/o di terze persone e dell’assenza di controindicazioni sulla loro idoneità. Tenuto conto che non vi sono leggi che obblighino i familiari a provvedere alle cure sanitarie e socio-sanitarie di congiunti malati anziani non autosufficienti e/o con demenza, è interesse dell’Amministrazione regionale assicurare il diritto alle prestazioni di assistenza domiciliare integrata, ivi compresa l’erogazione nell’ambito delle prestazioni Lea di un contributo forfettario (o assegno di cura) per i maggiori oneri sostenuti dai familiari per garantire le prestazioni di aiuto infermieristico e di assistenza tutelare al congiunto non autosufficiente. La mancata continuità terapeutica produce maggiori costi per il paziente e per il sistema sanitario in quanto sono meno efficaci i trattamenti erogati; si verificano degenze evitabili, si ricorre impropriamente a servizi quali il pronto soccorso o prestazioni ambulatoriali con i malati non autosufficienti che passano da un servizio all’altro e per poi ritornare a volte a quello iniziale; vi è ridondanza delle procedure diagnostiche a cui viene sottoposto il paziente in assenza di una presa in carico unitaria e continuativa. Nella tavola rotonda del pomeriggio i relatori presenteranno proposte organizzative per migliorare i percorsi di continuità terapeutica e la presa in carico del malato anziano non autosufficiente, al fine di garantire prestazioni socio-sanitarie qualitativamente idonee e appropriate ai bisogni dei malati. L’obiettivo sviluppare un percorso di continuità terapeutica, che porti alla eliminazione delle attuali liste d’attesa illegittime e con tempi infiniti: sono 32mila gli anziani non autosufficienti piemontesi privi delle cure indispensabili a cui hanno diritto, spesso in attesa da anni; si stima che siano 200mila in tutta Italia