Messo a punto dalla Giunta regionale il Primo piano triennale degli interventi e dei servizi sociali del Piemonte, relativo al periodo 2010-2012.
Prodotto di un articolato processo di programmazione partecipata che ha coinvolto una pluralità di soggetti istituzionali e non (autonomie locali, Asl, AReSS, soggetti gestori dei servizi socio assistenziali, organizzazioni sindacali, cooperazione, associazioni di volontariato e del Terzo settore, Università di Torino, Ires), fissa gli obiettivi strategici delle politiche regionali e territoriali e delinea il modello di welfare regionale che, a partire dal principio della centralità dei diritti della persona, riconosciuta nella sua globalità, unicità, irripetibilità, punta alla coesione sociale, all’inclusione delle fasce deboli, alla tutela e alla garanzia dei diritti di cittadinanza. Un modello che intende superare l’impostazione tradizionale dell’intervento pubblico come prevalentemente rivolto a correggere, a posteriori, fenomeni di marginalità e povertà, per affermare che politiche sociali attive rappresentano anche una leva per il consolidamento della crescita e dell’occupazione, e che l’esclusione sociale è un disvalore che si riflette su tutto il tessuto sociale, diffondendo precarietà, insicurezza e disagio.
Si raffigura così un welfare delle età e di genere capace di intervenire e supportare con un’offerta diffusa e specializzata di opportunità e servizi tutte le fasi della vita, con particolare riferimento alla nascita, all’infanzia, alla genitorialità, alle difficoltà socioeconomiche, alla terza e quarta età e alla disabilità, garantendo competenze e opportunità alle fasce di persone svantaggiate e vulnerabili, ed agevolando l’inserimento di queste persone nella società civile; un welfare delle famiglie che attiva servizi territoriali, domiciliari e intermedi capaci di riconoscere e supportare le responsabilità familiari, promuovendo altresì la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura; un welfare che riconosce e valorizza il ruolo attivo dei soggetti del Terzo settore e dei privati, promuovendo la partecipazione attiva dei cittadini, delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, delle associazioni sociali e di tutela degli utenti nella programmazione regionale e territoriale. Tra gli obiettivi strategici, la costruzione di un sistema di servizi che offra pari opportunità ed esigibilità di diritti a tutti i cittadini, la definizione di livelli essenziali ed omogenei delle prestazioni sociali che devono essere progressivamente garantiti su tutto il territorio, l’integrazione tra le diverse politiche regionali nella consapevolezza che le politiche sociali sono trasversali a diversi ambiti.
Il piano rappresenta la necessaria premessa per lo sviluppo del cosiddetto welfare comunitario, che attraverso i Piani di zona dovrà dare risposte innovative ai bisogni delle persone promuovendone il benessere e le situazioni di disagio con un approccio “universalistico” ma vincolato alle priorità a favore dei cittadini più vulnerabili. |